Home » Gianluca De Grazia ed il surrealismo sociale

Gianluca De Grazia ed il surrealismo sociale

galleria-la-porta-dellarte, Valorizzarte, valorizza l'arte. Prenotazione e vendita di dipinti, opere artistiche a Roma centro, conoscendo direttamente l'artista

La vita riserva sempre piacevoli sorprese… è quanto sto per raccontare proponendo un artista “amico” ma soprattutto di valore, perché la sua arte è una denuncia aperta e schietta su temi sociali, culturali e psicologici. Definirei questo artista contemporaneo, un modernista moderno, perché trattando temi attuali utilizza un linguaggio ed un simbolismo riconosciuto anche dai più giovani, richiamando l’attenzione specialmente per particolarità dei soggetti e la vivacità dei suoi colori. Si spiega così l’onerosità in termini di tempo delle Sue opere.   

Vi presento  Gianluca De Grazia…

L’Artista Gianluca, è un artista umile e profondo; persona socievole ed altruista, disponibile ed educato. A dispetto del suo recente ingresso nel mondo dell’arte, ha saputo imprimere nelle sue tele un suo stile, riconoscibile, moderno e capace, “giocosamente“,  di affrontare temi spinosi se non drammatici.

Gian luk nasce a Cosenza, una terra dominata da una bella natura usata spesso come sfondo nelle sue produzioni artistiche, dove ha conseguito la laurea in Scienze Economiche e Sociali, studio che lo ha incuriosito a trattare le tematiche collettive.

Dal 2015 vive e lavora a Roma dove insegna nei Licei del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II. La sua passione per la pittura la scopre nel 2013 lui stesso si definisce un “pittore ancora illibato” ma a mio avviso, la sua pittura può essere paragonata senza dubbio a quella del surrealista Magritte o dell’eccentrico Dalì.  

Appena entrati nella Sua casa museo si viene rapiti da una esplosione di colori e dalla tecnica moderna delle sue pennellate molto simili al suo carattere, dinamico ed in perenne evoluzione.

Ad un osservatore più accorto non sfuggirà tuttavia il messaggio celato in tutte le sue opere artistiche, in cui i temi sociali come il bullismo, la fragilità dell’uomo di fronte al Potere, la natura precaria dell’esistenza umana, sono percepiti anche se celati dalla Sua simbolica fantasia.   

Le Sue opere d’arte sono una miniera inesauribile di allegorie, che vanno oltre l’immediata fruizione estetica e  riconoscibili anche ai più giovani, aumentandone la risonanza.

Produzione dell’Artista

Simbolo/soggetto diversamente raffigurato dall’Artista Gian luk  è il Suo “Uomo Giocoliere” dal volto bendato (cm 100 x 70). “Vedere ciò che gli altri vogliono” o “non vedere ciò che gli altri non vogliono” è frutto di un condizionamento costante che ogni individuo subisce passivamente per mezzo di quei media che diffondono modelli (sociali ed individuali) forse incapaci di contribuire ad una reale felicità personale.

Nell’opera il soggetto è il giocoliere dalla giacca e cappello in oro chiaro “metal” che lascia, invece, all’osservatore e, senza pregiudizio, la libertà di scegliere quale sguardo porgergli, uno sguardo spensierato, superficiale, giocoso oppure uno sguardo che vuole andare oltre, seguire quelle fasce, entrare nell’anima, scoprire se si tratta di un gioco d’abilità o di un effetto ottico, di sfere colorate o di lontani pianeti di altre realtà.

E’ lo stesso sguardo che il giocoliere induce a volgere a se stessi, che determinerà il peso da osare alle cose, siano esse materiali che spirituali, senza lasciarsi sedurre da un effimero fermo immagine.

 Molto interessante la tela dal titolo “Punto di vista” fortemente autobiografica, in cui si rappresenta un enorme Occhio che fissa l’osservatore, il Giocoliere posizionato dritto sopra il Cubo di Rubik, una metafora del genere umano, sempre costantemente osservato dai media e condizionato nelle scelte e nel modo di essere, l’uomo che continua nel suo gioco di ruolo.

Il simbolo dell’uomo giocoliere, è presente in un’altra meravigliosa tela dal titolo “Viaggio in un sogno Dantesco”(cm 120 x120), dove si raffigura in modo teatrale il passaggio del giocoliere nell’Antipurgatorio Dantesco, quindi arrivato alla fine della Sua esistenza, accompagnato sempre dall’occhio osservatore di un Dio, stavolta rappresentato dal personaggio Joker, giudicante sulla condotta del giocoliere.

Ciclo di tele che ha catturato la mia attenzione è stato quello che lui stesso dipinse durante la Pandemia;  l’Artista volle catturare questo momento drammatico con la produzione di 4 tele:

Prima tela dal titolo “La mosca” ritrae l’insetto ingrandito su uno spazio bianco, tela realizzata nella primavera del 2020. L’opera racchiude le paure vissute all’inizio della pandemia, quando il nemico invisibile si sottraeva a qualsiasi tipo d’ingrandimento. Denuncia la poca reale attenzione dell’uomo contemporaneo alla Terra che, fragile e ferita, si trasforma in paesaggio quasi lunare che si sgretola.  L’esistenza di un nemico invisibile resta sempre attuale. Seconda tela del ciclo “L’uomo in quarantena”, qui si raffigura l’uomo dentro il guscio di una lumaca, a richiamare la fragilità di fronte al “nemico invisibile”.

Terza tela “il virologo” raffigura un sapiente dalla testa a forma di guscio di lumaca, sempre a significare che la sapienza è battuta dalla fragilità; quarta tela del ciclo sulla pandemia dal titolo “Vite sospese” l’artista mette l’accento sul distanziamento sociale vissuto in quel periodo e raffigura,  astronauti che potrebbero rappresentare  le persone che indossano le vestizioni anti contagio, legati da un filo ai propri “gusci” e sospesi in un futuro incerto.

Questo tema così drammatico e inquietante, rappresentato con delicatezza ma estrema concretezza, mi ha stupito per la sua innovazione.

 

La casa studio dell’artista espone altre interessanti tele che richiamano la condizione fragile del genere umano; la bella tela dal titolo “Il Mondo dei Pulcinella” è ispirata da una frase attribuita a Pirandello

“nella vita incontrerai tante maschere e pochi volti”.

Nella tela dal titolo “Forme di controllo” appare Charlie Chaplin che tiene al guinzaglio un cane, ma è tenuto egli stesso a guinzaglio, da un essere invisibile, sul lato i comandi della Play station: qui si denuncia il controllo da parte della società dove non esiste fondamentalmente il libero arbitrio.

Mi imbatto poi in un’altra dal titolo “Sfida impari” ispirata dal tema del bullismo: i personaggi del biliardino con un unico giocatore di spalle; è la Sua denuncia nei confronti delle stupide vessazioni dei giovani di oggi nei confronti di un “diverso”.

L’artista Gianluca è anche un profondo conoscitore di musica e del grande poeta compositore Lucio Dalla; ha voluto omaggiare il cantante con la Sua tela “Roma nella sera dei miracoli” trasponendo il testo della canzone e tutti i simboli legati al suo testo:

È la notte dei miracoli fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Ha scritto una canzone
Lontano una luce diventa sempre più grande
Nella notte che sta per finire
È la nave che fa ritorno
Per portarci a dormire

 

Ulteriori messaggi semplici ma provocatori si rinvengono nelle tele che esprimono la salvaguardia dell’ambiente come “Il grido della Natura” in cui la nave dell’armatore porta il carico di rifiuti tossici a riversarli nel nostro mare…….o la denuncia sull’immigrazione espressa nella tela dal titolo “L’Arca di Favara”, cittadina siciliana che vanta un prestigioso museo all’aperto, in cui si raffigura la salvezza di un carico di immigrati, metafora di salvezza del genere umano e dell’arte stessa.

Termino la mia narrazione su questo poliedrico artista, con un bel riferimento al tema dell’amore e della coppia, incantata da due eleganti tele: “Il Re e la Regina” inno al valore e al ruolo della donna, sempre celata dal valore dell’uomo; l’altra dal titolo “Il dominio dei numeri irrazionali” in cui si porta in scena il sentimento raffigurato da un grosso cuore, organo pulsante di passione, in cui è incastrata una calcolatrice e circondato da un vortice di numeri, a simboleggiare i troppi calcoli su cui si basano in alcuni casi, le relazioni amorose.

Ogni tela è un racconto…

Recensioni

Il direttore di Palazzo Reale, del Settore Promozione Culturale del Comune di Milano e dei musei scientifici milanesi, Domenico Piraina, imbattendosi casualmente su una mostra dell’artista pubblica una splendida recensione:

“lo sguardo si fa più acuto e capisco che nella pittura di De Grazia vi è la ricerca della vita autentica, semplice, onesta, depurata da inutili sovrastrutture perché la vita che tutti pensiamo dannatamente complessa e complicata, in realtà è proprio semplice: basta squarciare il velo di Maya e sforzarsi di uscire dalla caverna platonica ed essa ci appare in tutta la sua meravigliosa bellezza, la gioia di vivere. E’ proprio vero che la realtà non è come appare ai nostri deboli e inadeguati occhi. Ognuno ha la sua realtà nella sua testa perché non siamo soltanto osservatori del mondo ma contribuiamo a crearlo.

Nella pittura pop di De Grazia non c’è superficialità ma una profonda leggerezza perché solo chi non ha pesi sul cuore riesce a volare e, guardando la vita dalla giusta altezza, comprendere i problemi esistenziali e sociali di questo tempo che ci è dato da vivere.

Egli coglie la verità attraverso l’ironia, anche con un disincanto che si tiene ben lontano dal cinismo o dal sarcasmo, così, semplicemente come un uomo che guarda le stelle e gli è sufficiente quello spettacolo per essere in pace con sé stesso”.

Letizia Pistolesi, Collaboratrice della Galleria d’arte in Roma “Silber Gallery” scrive su Gianluca De Grazia:

“Moderno, incisivo, quasi grafico, autodidatta e naif, nasconde dietro un’apparente leggerezza e gioiosità, un’attenta osservazione della realtà ed una profondità di pensiero non comuni unito ad un velo di nostalgica tristezza!”

Sono davvero entusiasta di valorizzare questo artista; reputo che l’arte possa essere anche un veicolo per trattare temi sociali, e quando espresso con tale grazia e delicatezza è un dovere ed una forma di rispetto, raggiungere il più alto numero di persone. 

Gianluca De Grazia
Gallery

Lascia un commento

Pin It on Pinterest

Share This