Home » Santacittarama

Santacittarama

Valorizzarte, valorizza l'arte. Prenotazione e vendita di dipinti, opere artistiche a Roma centro, conoscendo direttamente l'artista

Un viaggio spirituale a pochi passi dalla capitale.

Una bella domenica di fine ottobre, accompagnai un’amica al Monastero Buddhista di Santacittarama, “il giardino del cuore sereno”, circa 50 km da Roma, sulle colline Sabine della provincia di Rieti, primo monastero in Italia della tradizione Theravada.
Il Monastero fu fondato nel 1990 per interesse di alcuni Buddhisti italiani e immigrati della comunità asiatica, in particolare Thailandese e Birmana, ed i monaci residenti seguono il lignaggio del Venerabile AjahnChah (1918-1992), noto insegnante, sotto il quale molti occidentali furono ordinati in Thailandia, attratti dalla chiarezza, semplicità e accessibilità del suo insegnamento e della sua pratica.
Ed è stata proprio la semplicità di questa comunità che mi ha portato a vivere e tuffarmi nella magica fusione tra la parte più intima di me e l’ambiente naturale della madre terra, in una sorta di ritorno alle origini.
Appena arrivata, dopo aver reso omaggio alla statua in bronzo del Buddha eretto, mi sono trovata a partecipare ad una cerimonia commemorativa, l’ultimo saluto al gatto della comunità; accompagnato da salmoidi dei monaci, ricoperto di petali di fiori e bacchette di incenso profumato. La salma del gatto viene riconsegnata alla Terra e per uso e tradizione viene posizionato nello stesso punto di sepoltura, un alberello prosperante, a significare l’incessante cerchio di nascita/morte/rinascita.
In pratica i buddhisti celebrano i riti funebri per animali domestici allo stesso modo di quelli delle persone.
I gatti in particolar modo, rappresentano la spiritualità, sono esseri illuminati che trasmettono calma ed armonia ed in Thailandia esistono leggende meravigliose tramandate nel tempo, fino a rendere i gatti portatori di pace ed unione intima.
Ulteriore meravigliosa scoperta è stato apprendere che questo particolare Buddhismo del Sud-Est asiatico (Theravada) ha il suo aspetto principale nella relazione di mutualità fra la comunità monastica (Shanga), ed i praticanti laici. Gli stessi laici offrono il loro aiuto diretto ai monaci ai quali non è permesso toccare cibi o prepararli così come toccare il denaro; pertanto tra i volontari laici ed i monaci si instaura una relazione di mutua dipendenza espressa nell’offerta diretta del cibo e aiuto nelle attività quotidiane, fornendo alla stessa comunità laica un modello ed un’ispirazione, nonché un sostegno per la pratica spirituale e la possibilità di accedere liberamente ai santuari del Monastero.
Uno scambio basato sulla più antica forma di baratto, dettato dalla generosità e bontà d’animo.
Ospite per una giornata, ho avuto il piacere dipartecipare alla vita quotidiana e alle attività del Monastero Santacittarama, assaporando cibi offerti e preparati dai laici, meditando nel tempio, passeggiando nello splendido sottobosco e ringraziando il divino nella grotta scavata nella pietra.

Consiglio vivamente di trascorre qualche ora in questo luogo ascetico e contemplativo, dove lo scorrere del tempo ed il silenzio stimolano il recuperare di una centralità perduta, dove l’anima e lo spirito ne escono purificati e la mente rilassata, dove è possibile aumentare le proprie doti saggie e sapienti.

Molti pensano che sia facile vivere da asceti, abbandonando tutti i piaceri materiali, le comodità, le tradizioni della propria famiglia di origine; io credo piuttosto ci sia un’enorme dose di coraggio e umiltà nel riconoscere nella semplicità l’unico motore che governa le cose.

Vedendo questa comunità di laici e monaci operosi, rispettosi dei loro precetti, sereni e mai infelici, mi sono spogliata anche io per un momento di quegli orpelli necessari ad affrontare la vita lavorativa o di tutti i giorni, sentendomi più leggera e libera dai rimorsi, giunta alla considerazione che basterebbe solo un po’ più di GENTILEZZA AMOREVOLE per vivere in armonia ed in equilibrio col mondo intero.

…Che tutti gli esseri vivano felici e sicuri:
tutti, chiunque essi siano,
deboli e forti,
grandi e possenti,
visibili e non visibili,
vicini e lontani,
nati o non nati,
Che tutti gli esseri vivano felici!

Suttanipata 1.8.

Lascia un commento

Pin It on Pinterest

Share This