Ho conosciuto l’artista Vito Bongiorno presso la Galleria Fidia in una Sua Personale.
Vito colpisce subito per la Sua eleganza, raffinatezza ma al tempo stesso umiltà e concretezza, è un uomo garbato, dallo sguardo aguzzo e intenso.
Nato e cresciuto ad Alcamo, in Sicilia, porta la Sua terra dentro la Sua creatività, esprimendo su tela forme essenziali e primordiali che ricordano le origini.
La Sua novità riguarda l’uso di un materiale non “pittorico”, egli forgia le sue tele con sculture in “carbone” elemento che richiama anch’esso il “sintetismo della vita” come egli dichiara.
Tra le Sue opere più caratteristiche si riconoscono le famose “Mappe Geografiche”, l’Europa, L’Italia smembrata e le Singole Regioni, fino ad allargare il concetto di Pianeta, con la creazione di una installazione dal sapore atavico, che raffigura la Madre Terra.
Le Sue sono opere silenziose, sono Terre inabitate che ipotizzano epoche antecedenti la comparsa dell’uomo, o come conseguenza dell’avido sfruttamento del genere umano, auto-estintosi.
L’Artista Vito sperimenta le Sue opere in modo azzardato e coraggioso e denuncia in modo chiaro ed evidente l’ipocrisia umana, caricando ogni Sua opera di ideologia, sentimento e voglia di riscatto.


Oltre alla denuncia, Vito Bongiorno, esprime però anche una potente energia rigeneratrice che lo stesso uso del carbone rappresenta, ed una Rinascita dell’Uomo, possibile solo ripartendo da un punto ZERO, dove tutte le azioni si annullano e dove c’è posto per una ricostruzione di quei valori consapevoli, alla base di una convivenza civica tra uomo e natura.
Vito si sporca le mani perché ognuno deve impegnarsi nel migliorare il Pianeta, quindi l’uso del carbone è la sintesi perfetta del cerchio DISTRUZIONE/CREAZIONE/RINASCITA; il carbone diventa materiale di elezione, sintesi CONCETTUALE del Suo impegno civile.





Molto interessanti sono le Sue sperimentazioni antropometriche, o le Sue Anatomie dove il corpo umano e femminile lascia la Sua impronta sulla terra, come testimonianza del TRANSITORIO ed ETERNO; I suoi NON COLORI spaziano dalla monocromia del blu oltremare, colore simbolo della spiritualità, all’oro intrecciato col nero, una sintesi perfetta di luce e ombra, spirito e materia.


Famosa ed interessante l’opera “premonitrice” intitolata ‘Terzo Millennio’; un quadro a tecnica mista di un 150 per 110 centimetri, realizzata circa 10 anni fa. Un’opera che allora risultava affascinante, inquietante e fortissima e che oggi appare quasi una premonizione. L’uomo vitruviano sotto un mondo fatto di carbone da cui escono, come lingue malefiche, neri tentacoli di un virus destinato ad ucciderlo.

Il Pittore che ha previsto la pandemia
Vito Bongiorno, siciliano di origine e romano di adozione, è stato allievo di Mino della Site, aeropittore leccese, particolarmente stimato da Marinetti. Soggiorna a Monaco e si trasferisce a New York dove apprende l’uso di materiali “poveri” come la colla, la cenere e il carbone.
Ritorna e si stabilisce definitivamente a Roma portando quella ventata di innovazione pittorica del Nouveau Rèalism, della Body e Land Art anche in Italia.